giovedì 30 dicembre 2010

Anche in Toscana turismo e pesca hanno bisogno di spiagge e acque pulite

Una spiaggia pulita è una risorsa per il turismo.
Il mare pulito migliora la perscosità
Il Sudafrica ha avviato un progetto di prevenzione e pulizia delle spiagge, partendo dal concetto che turismo e pesca hanno bisogno di spiagge e mare puliti.

Il progetto si articola su pulizia delle spiagge ed educazione dei cittadini affinché prima di tutto la spazzatura non le raggiunga.

Produrre meno rifiuti a monte è la chiave per doverne trattare di meno a valle. 

Separarli per la raccolta differenziata e buttarli sempre negli appositi contenitori senza disperderli nell'ambiente è una regola vitale che deve essere adottata dai cittadini e insegnata ai bambini ogni giorno. Non sempre le spiagge della Versilia sono belle come questa spiaggia sudafricana, soprattutto d'inverno.

mercoledì 29 dicembre 2010

Gli sprechi di Natale negli USA (ma in Europa probabilmente non è molto diverso)

Come si vede in questa infografica, i numeri dello spreco natalizio sono impressionanti. Alcuni sprechi inoltre si estendono per tutto l'anno: ad esempio gli americani buttano via il 25% del cibo che acquistano. Considerando che l'obesità è un problema crescente e quindi in media mangiano anche troppo, probabilmente potrebbero cavarsela con poco più di metà del cibo che acquistano. Questo è un punto importante, perché le richieste di energia e acqua per l'allevamento del bestiame sono enormi e quindi mangiare di meno e ridistribuire meglio le risorse ha un impatto enorme anche sull'inquinamento prodotto. La risposta a questi problemi non è necessariamente una vita francescana, ma più attenzione negli acquisti, nel riciclaggio dei rifiuti e nella raccolta differenziata.

giovedì 23 dicembre 2010

I rifiuti di Natale

Qui interessanti dati sui consumi natalizi negli Stati Uniti [infografica]. Ben quattro milioni di tonnellate di rifiuti verranno prodotti dalle sole confezioni dei regali di natale (packaging, carta regalo, sacchetti, scatole eccetera). Questo dato da solo illustra l'importanza di lavorare per ridurre peso e dimensioni delle confezioni, incentivando anche l'uso di materiali totalmente e soprattutto facilmente riciclabili.

domenica 19 dicembre 2010

Centro Riciclo di Vedelago, esempio eccellente nella strategia RIFIUTI ZERO

L’incenerimento dei rifiuti spreca risorse, inquina e costa molto alla collettività, generando benessere probabilmente solo per chi costruisce gli impianti e ne fa manutenzione.

Il modello virtuoso della raccolta dei rifiuti passa invece per il recupero dei materiali, in particolare la plastica di cui il centro di riciclo di Vedelago (Treviso) è un esempio imprenditoriale da apprezzare perché produce occupazione e contemporaneamente riduce il carico di rifiuti, riducendo anche l'inquinamento.

È necessario coordinare tutte le azioni finalizzate alla risoluzione non solo nel breve periodo della gestione dei rifiuti ma anche nei prossimi anni.
Fino a che non avremo provato a chiudere il cerchio che va dalla produzione dei beni di consumo allo smaltimento, con il recupero completo delle materie prime presenti nei residui di scarto, avremo sempre un progetto incompiuto.

Il recupero spinto, il compostaggio, la continua ricerca per ridurre la componente secca residua fino ad arrivare allo zero, creano un conflitto di interessi, innescando inevitabilmente delle azioni incompatibili con le attività degli inceneritori, che hanno bisogno di una parte importante dei rifiuti da bruciare sottraendolo al recupero.


I quatto fattori negativi degli inceneritori:
  1. La parte impiantistica dell'inceneritore ha costi elevati, sia per dimensioni, sia per sicurezza;
  2. Devono essere alimentati con rifiuti riciclabili, ovvero la parte più pregiata dei rifiuti urbani e anche quella meno inquinante perché è inerte (principalmente legno e plastica);
  3. Consumano più energia di quella che producono;
  4. Producono polveri sottili altamente tossiche e quindi usano l'aria che respiriamo come discarica
  5. Producono residui in ceneri che sono concentrati di diossine e metalli pesanti che devono essere smaltite come rifiuti speciali con costi elevati.

    Raccolta differenziata: i tre fattori chiave per il successo

    I tre fattori chiave per una raccolta differenziata efficace e senza maggiori costi per i cittadini sono:

    1. La volontà politica. Senza la volontà dell'amministrazione comunale non è possibile neppure partire. Spesso la raccolta differenziata viene ostacolata perché qualcuno ha interesse ad appoggiare il business degli inceneritori: questi bruciano proprio i rifiuti riciclabili e richiedono impianti molto costosi (e quindi redditizi per chi li costruisce e ne fa la manutenzione).
    2. Il know how, ovvero la conoscenza tecnica. La raccolta differenziata ormai funziona in tutto il mondo con casi di successo vicini al 100% di recupero dei rifiuti. Per avviare un programma che funzioni basta quindi studiare i diversi casi di successo e adattarne la tecnica alla propria realtà locale.
    3. La collaborazione dei cittadini. Questa si ottiene con un insieme di informazione, educazione permanente e sanzioni. I primi due fattori sono i più importanti perché in tutto il mondo la maggioranza dei cittadini partecipa volentieri ai progetti di raccolta differenziata: non c'è cultura locale o scusa che tenga. Dove la raccolta differenziata è stata avviata usando le tecniche più collaudate, il successo è arrivato, con percentuali superiori al 60% di raccolta differenziata in pochi mesi.

    A Salerno la raccolta differenziata supera il 70%

    Salerno è una delle grandi città della Campania che ha scelto di fare raccolta differenziata, superando il 70%: attualmente solo il 25-30% dei rifiuti prodotti a Salerno finisce in discarica. Questo dimostra tre cose:

    • È possibile fare raccolta differenziata efficace anche nelle città medie e grandi
    • È possibile fare una raccolta differenziata efficace anche al Sud perché è la volontà politica il primo fattore per avviare una raccolta differenziata efficace.
    • È possibile fare raccolta differenziata senza aumentare i costi per i cittadini

    martedì 14 dicembre 2010

    Inceneritori: i motivi per cui non funzionano per risolvere il problema dei rifiuti

    1. Il motivo principarle contro l'incenerimento dei rifiuti è la produzione di nano polveri, diossine, furani ed altre sostanze tossiche. Queste sostanze se inalate o mangiate (attraverso gli alimenti contaminati), raggiungono tutti gli organi in poche ore attraverso il sangue. Le patologie derivanti sono cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Da notare che le nano polveri normalmente non esistono in natura sulla Terra, perché non ci sono luoghi naturali dove avvengono combustioni alle alte temperature necessarie per l'incenerimento dei rifiuti.
    2. L'incenerimento normalmente consente di trattare solo il 35% dei rifiuti totali (con l'eccezione non lodevole della Campania dove si brucia il rifiuto tal quale, con problemi di combustione e di maggior produzione di diossine). I restanti rifiuti non bruciati finiscono comunque in discarica.
    3. Le ceneri prodotte dall'incenerimento sono altamente tossiche e vanno smaltite in discariche speciali, bruciando i rifiuti quindi non si elimina il problema delle discariche, ma se ne creano di nuove e più pericolose.
    4.  Per il funzionamento degli inceneritori si usano proprio i rifiuti maggiormente riciclabili. L'incenerimento è quindi in contrasto con la raccolta differenziata. Quest'ultima corre direttamente contro l'interesse di chi guadagna bruciando rifiuti.
    5. Gli inceneritori vengono finanziati da ingenti fondi pubblici (CIP6, contributi CONAI, certificati verdi) attraverso un aumento del 7% sulla bolletta ENEL. Senza i finanziamenti pubblici (che vengono pagati in ultima analisi dai cittadini con costi più elevati) sarebbero fallimentari e diseconomici, come ha dimostrato l'abbandono della costruzione di inceneritori nella Campania da parte di due aziende appena i contributi CIP6 furono eliminati (ora reintrodotti).
    6. L'incenerimento consuma grandi quantità di acqua, nell'ordine di decine di migliaia di litri l'ora, sottratta dalle falde acquifere del territorio. Gran parte dell'acqua utilizzata deve essere depurata.
    7. Con l'incenerimento i cittadini ci rimettono. L'incenerimento è un sistema di smaltimento dei rifiuti che fa guadagnare i costruttori, i proprietari degli impianti, le aziende coinvolte nella manutenzione e i politici che ne permettono la realizzazione, senza risolvere veramente il problema per i motivi elencati nei punti precedenti.

    lunedì 6 dicembre 2010

    Qual è l'alternativa all'inquinamento degli inceneritori?

    La distribuzione di prodotti sfusioffre risparmi ai consumatori e consente di ridurre notevolmente i rifiuti urbani.
    Esistono già da tempo modalità alternative di gestione dei rifiuti rispetto all'incenerimento (erroneamente e scorrettamente chiamato anche termovalorizzazione, un termine che andrebbe cancellato). Sono metodi alternativi usati con successo in molte nazioni europee e non solo. Il primo principio è questo: il rifiuto più facilmente smaltibile è quello che non viene prodotto.

    Il primo passo quindi è la RIDUZIONE dei rifiuti nella produzione industriale come ha fatto l'amministrazione di Berlino che in sei mesi ha ridotto i rifiuti del 50% limitando o scoraggiando l'uso di:
    • Imballaggi
    • Sacchetti da shopping
    • Prodotti usa e getta
    • Confezioni inutili
    • Riuso e riutilizzo dei materiali
    Un altro canale di risuzione dei rifiuti è rappresentato dall'uso dei prodotti alla spina e sfusi:
    • Detersivi
    • Olio
    • Vino
    • Acqua
    • Pasta
    • Riso
    • Legumi
    • Cibo secco in genere
    La riduzione degli imballaggi, l'utilizzo di prodotti usa e getta e l'eliminazione di confezioni inutili porta un'immediata riduzione dei rifiuti, come avviene in Piemonte (clicca sull'immagine per vedere la testimonianza filmata oppure vai su YouTube)


    In una efficace strategia di gestione dei rifiuti è inoltre necessario incentivare il vuoto a rendere, come avviene con grande successo in tutto il Nord Europa, non solo per il vetro ma per materiali di genere più ampio. Con il vuoto a rendere ogni bottiglia viene riutilizzata molte volte.

    Il rifiuto umido: fonte di compost per l'agricoltura e, in casa, compost gratuito per le piante da giardino
    Le parti di rifiuto umido (che rappresentano da sole il 30-40% dei rifiuti totali) vanno trattate attraverso il COMPOSTAGGIO che ne permette la trasformazione biologica in ottimo concime riutilizzabile nell'agricoltura.
    Il compostaggio effettuato correttamente non è complicato e NON crea odori. Inoltre riduce la massa del rifiuto, trasformandolo in terriccio. Può essere effettuato agevolmente anche in casa. Semplicemente mettendo fondi di caffè e scarti di verdura in una cassetta di legno (no pane e prodotti animali) e rimescolando ogni tanto nel giro di qualche mese si ottiene humus per le piante, riducendo la quantità di rifiuti domestici prodotti in casa. Se si dispone di un giardino o di un ampio terrazzo si può fare compost in modo anche più articolato, in genere senza problemi di odori.

    Il rifiuto secco diventa facilmente riciclabile.
    I restanti rifiuti secchi che vengono comunque prodotti possono essere riciclati attraverso la raccolta porta a porta come nel caso di Capannori, Seravezza, Porcari e Montecarlo in provincia di Lucca.  La raccolta porta a porta, insieme al compostaggio, ha portato a un riciclo totale dei rifiuti vicino o superiore dell'80%.

    La raccolta porta a porta prevede un'educazione al riciclaggio, una separazione all'origine dei rifiuti e l'eliminazione dei cassonetti dalle strade, ricettacoli di ogni tipo di rifiuti e maleodoranti in caso di ritardo nella raccolta.

    Per eliminare gli inceneritori e ridurre i rifiuti occorre quindi agire su tre fronti:
    1. Ridurre i rifiuti all'origine (meno imballaggi, meno usa e getta)
    2. Incentivare il compost (utile per giardini e agricoltura)
    3. Incentivare il riciclaggio della frazione secca (carta, vetro, metalli, plastica e legno diventano risorse)
    Il tutto comporta anche vantaggi per l'occupazione.

    domenica 5 dicembre 2010

    Tecnologia vecchia e inquinante, con un imbroglio nel nome. E tanti soldi per chi li costruisce

    L'incenerimento dei rifiuti è una tecnologia vecchia e inquinante. Chiamare gli inceneritori "termovalorizzatori" è un imbroglio. Ecco perché.

    Che cos'è l'incenerimento?
    Termovalorizzatori, gassificatori, pirolizzatori sono solo alcuni tra i nuovi termini oggi utilizzati per indicare una tecnologia, quella dell’incenerimento, che non ha nulla di nuovo anzi è molto antica.
    Termovalorizzazione è un termine che non andrebbe usato. Nel nostro paese pochi sanno che la Comunità Europea infatti ha diffidato l'Italia dall'utilizzare questa espressione, perché è un imbroglio ideologico e verbale. Gli impianti infatti non valorizzano nulla, ed il termine ha il solo scopo di far pensare a una "valorizzazione" che non esiste. Il termine corretto, caso mai, è termodistruttori.

    Gli inceneritori sono semplicemente bruciatori che bruciano rifiuti, e diventano termodistruttori quando sfruttano il calore prodotto dalla combustione per produrre energia elettrica.
    Vanno bene tutti i rifiuti? No.
    Il combustibile dei termodistruttori è costituito da rifiuti. Ma, contrariamente a quanto si pensa, non tutti i rifiuti possono essere inceneriti. Metalli, vetro e scarti alimentari non bruciano o rendono pochissima energia.

    Solo il 35% dei rifiuti va negli inceneritori.
    In un ciclo correttamente gestito, solo il 35% dei rifiuti va nel termodistruttore. Il resto finisce comunque in discarica.  Oltre al rifiuto urbano indifferenziato, il combustibile preferito dagli inceneritori è il così detto CDR Combustibile derivato da rifiuti, costituito per lo più da plastica, gomma, carta e legno.

    Ovvero i termodistruttori bruciano proprio i materiali più altamente riciclabili.

    Invece di fare raccolta differenziata per recuperare risorse, le amministrazioni che scelgono l'incenerimento fanno fare la raccolta differenziata ai cittadini per bruciare i materiali riciclabili!
    È assurdo: separare i rifiuti per bruciare i più riciclabili.

    E in più, l'inquinamento da fumo e particelle cancerogene.
    Tra i peggiori composti inquinanti emessi da un inceneritore troviamo nano polveri,  particelle delle dimensioni intorno al milionesimo di millimetro, divise in diverse tipologie a seconda delle loro dimensioni (PM 10; PM 2,5; PM 0,1 ecc). Attualmente sotto i PM 10 è impossibile filtrare le polveri.

    Infatti anche i filtri più recenti riescono a fermare solamente le PM 10 che sono le stesse emesse nei gas di scarico delle automobili, ma che non sono tra le più nocive per la salute umana.

    Più è sofisticata la tecnologia degli impianti, più è alta la temperatura di combustione che viene generata, più piccole sono le nano-polveri prodotte nel processo di incenerimento, impossibili da filtrare.

    Queste particelle vengono definite
    • persistenti, cioè resistenti ai processi di degradazione naturale
    • bioaccumulabili perché si accumulano nei tessuti degli animali viventi trasferendosi da un organismo all'altro lungo la catena alimentare;  
    • tossiche in quanto sono patologiche per la salute degli organismi con cui entrano in contatto fino a provocarne la morte;
    • altamente cancerogene, in grado quindi di generare tumori.
    Le nano particelle, una volta immesse in atmosfera, non scompaiono più dalla circolazione, si depositano sulle piante che mangiamo noi e gli animali, vengono respirate da adulti e bambini ed in un modo o nell'altro si depositano nel nostro organismo all'interno del quale possono generare un cancro!

    Altre sostanze inquinanti emesse:
    1. cloro, 
    2. diossine, 
    3. furani, 
    4. policloronaftalene e clorobenzene, 
    5. IPA (idrocarburi policiclici aromatici), 
    6. VOC (composti organici volatili),
    7. metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio ecc.),
    8. polveri, 
    9. acido cloridrico, 
    10. ossidi di azoto, 
    11. ossidi di zolfo,
    12. ossidi di carbonio. 
    Tutte sostanze altamente inquinanti e altamente tossiche per gli organismi viventi.

    NELL'INTERESSE DI CHI SI COSTRUISCONO GLI INCENERITORI?
    L'incenerimento è una tecnologia distruttiva e nociva sotto molti aspetti, non ultimo quello
    economico. Dal 1992 grazie ad un gioco legislativo poco corretto, i costruttori di inceneritori possono usufruire dei soldi pubblici destinati alle energie rinnovabili (CIP6) ed utilizzarli per la costruzione ed il mantenimento degli impianti. Da quella data, 30 miliardi di euro PUBBLICI sono stati abilmente catturati da petrolieri e costruttori di grandi impianti di incenerimento sottraendo questi soldi alle fonti alternative di energia. È così quindi che viene pagato l'incenerimento: attraverso un aumento del 7% sulle bollette Enel. Per questo gli inceneritori di oggi devono anche produrre un minimo di energia: perché quella energia è considerata “rinnovabile” e quindi può godere dei sovvenzionamenti CIP6.

    Energia che tra l'altro, è inferiore a quella che viene spesa per farli funzionare! 

    mercoledì 1 dicembre 2010

    L'opzione nucleare probabilmente la più costosa nel 2020

    Un documento presentato alla conferenza dell'industria solare di Canberra afferma che già adesso alcune energie rinnovabili sono competitive con l'energia nucleare, compresa la produzione di gas in discarica, l'energia eolica, l'energia geotermale ed idrogeologica convenzionale. Entro il 2020 energia eolica, solare termica e fotovoltaica saranno pià convenienti degli impianti nucleari.

    Al costo dell'energia nucleare vanno aggiunti i costi enormi di smaltimento delle scorie, a valle, e di smaltimento delle scorie di lavorazione dell'industria mineraria estrattiva a monte.