domenica 5 dicembre 2010

Tecnologia vecchia e inquinante, con un imbroglio nel nome. E tanti soldi per chi li costruisce

L'incenerimento dei rifiuti è una tecnologia vecchia e inquinante. Chiamare gli inceneritori "termovalorizzatori" è un imbroglio. Ecco perché.

Che cos'è l'incenerimento?
Termovalorizzatori, gassificatori, pirolizzatori sono solo alcuni tra i nuovi termini oggi utilizzati per indicare una tecnologia, quella dell’incenerimento, che non ha nulla di nuovo anzi è molto antica.
Termovalorizzazione è un termine che non andrebbe usato. Nel nostro paese pochi sanno che la Comunità Europea infatti ha diffidato l'Italia dall'utilizzare questa espressione, perché è un imbroglio ideologico e verbale. Gli impianti infatti non valorizzano nulla, ed il termine ha il solo scopo di far pensare a una "valorizzazione" che non esiste. Il termine corretto, caso mai, è termodistruttori.

Gli inceneritori sono semplicemente bruciatori che bruciano rifiuti, e diventano termodistruttori quando sfruttano il calore prodotto dalla combustione per produrre energia elettrica.
Vanno bene tutti i rifiuti? No.
Il combustibile dei termodistruttori è costituito da rifiuti. Ma, contrariamente a quanto si pensa, non tutti i rifiuti possono essere inceneriti. Metalli, vetro e scarti alimentari non bruciano o rendono pochissima energia.

Solo il 35% dei rifiuti va negli inceneritori.
In un ciclo correttamente gestito, solo il 35% dei rifiuti va nel termodistruttore. Il resto finisce comunque in discarica.  Oltre al rifiuto urbano indifferenziato, il combustibile preferito dagli inceneritori è il così detto CDR Combustibile derivato da rifiuti, costituito per lo più da plastica, gomma, carta e legno.

Ovvero i termodistruttori bruciano proprio i materiali più altamente riciclabili.

Invece di fare raccolta differenziata per recuperare risorse, le amministrazioni che scelgono l'incenerimento fanno fare la raccolta differenziata ai cittadini per bruciare i materiali riciclabili!
È assurdo: separare i rifiuti per bruciare i più riciclabili.

E in più, l'inquinamento da fumo e particelle cancerogene.
Tra i peggiori composti inquinanti emessi da un inceneritore troviamo nano polveri,  particelle delle dimensioni intorno al milionesimo di millimetro, divise in diverse tipologie a seconda delle loro dimensioni (PM 10; PM 2,5; PM 0,1 ecc). Attualmente sotto i PM 10 è impossibile filtrare le polveri.

Infatti anche i filtri più recenti riescono a fermare solamente le PM 10 che sono le stesse emesse nei gas di scarico delle automobili, ma che non sono tra le più nocive per la salute umana.

Più è sofisticata la tecnologia degli impianti, più è alta la temperatura di combustione che viene generata, più piccole sono le nano-polveri prodotte nel processo di incenerimento, impossibili da filtrare.

Queste particelle vengono definite
  • persistenti, cioè resistenti ai processi di degradazione naturale
  • bioaccumulabili perché si accumulano nei tessuti degli animali viventi trasferendosi da un organismo all'altro lungo la catena alimentare;  
  • tossiche in quanto sono patologiche per la salute degli organismi con cui entrano in contatto fino a provocarne la morte;
  • altamente cancerogene, in grado quindi di generare tumori.
Le nano particelle, una volta immesse in atmosfera, non scompaiono più dalla circolazione, si depositano sulle piante che mangiamo noi e gli animali, vengono respirate da adulti e bambini ed in un modo o nell'altro si depositano nel nostro organismo all'interno del quale possono generare un cancro!

Altre sostanze inquinanti emesse:
  1. cloro, 
  2. diossine, 
  3. furani, 
  4. policloronaftalene e clorobenzene, 
  5. IPA (idrocarburi policiclici aromatici), 
  6. VOC (composti organici volatili),
  7. metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio ecc.),
  8. polveri, 
  9. acido cloridrico, 
  10. ossidi di azoto, 
  11. ossidi di zolfo,
  12. ossidi di carbonio. 
Tutte sostanze altamente inquinanti e altamente tossiche per gli organismi viventi.

NELL'INTERESSE DI CHI SI COSTRUISCONO GLI INCENERITORI?
L'incenerimento è una tecnologia distruttiva e nociva sotto molti aspetti, non ultimo quello
economico. Dal 1992 grazie ad un gioco legislativo poco corretto, i costruttori di inceneritori possono usufruire dei soldi pubblici destinati alle energie rinnovabili (CIP6) ed utilizzarli per la costruzione ed il mantenimento degli impianti. Da quella data, 30 miliardi di euro PUBBLICI sono stati abilmente catturati da petrolieri e costruttori di grandi impianti di incenerimento sottraendo questi soldi alle fonti alternative di energia. È così quindi che viene pagato l'incenerimento: attraverso un aumento del 7% sulle bollette Enel. Per questo gli inceneritori di oggi devono anche produrre un minimo di energia: perché quella energia è considerata “rinnovabile” e quindi può godere dei sovvenzionamenti CIP6.

Energia che tra l'altro, è inferiore a quella che viene spesa per farli funzionare! 

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